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I baffi dei maestri sidicini (II parte)

 

All'epoca dei... baffi la televisione non c'era, ma non se ne avvertiva la mancanza: si rideva lo stesso. Intanto la tristezza e la comicità della scena dell'accompagnamento andavano ben oltre la parte già di per sé dolorosa e ridicola insieme innanzi riferita perché il genitore, rispettoso e riconoscente verso l'insegnante quanto minaccioso ed ostile verso il figlio, si congedava dicendo al primo: avanzate un caffé! Figurarsi la soddisfazione del ragazzo che si sentiva ostaggio, tra l'altro dei compagni. Infatti il rito dell'accompagnamento da una parte incoraggiava il maestra a menare e dall'altra i compagni della vittima a fare gli spioni. Cosicché, all'uscita della scuola, il soggetto “trattato” in aula, doveva intavolare trattative con i potenziali delatori per evitare che la cosa giungesse alle orecchie dei genitori e imboccasse, per così dire, il binario del tavolo da ping-pong per cui lo scolaro passava dai colpi sincronici e pedagogici della scuola a quelli diacronici e pirotecnici della casa!
A questo punto il lettore sarà impaziente di leggere i nomi dei protagonisti, ma deve rendersi conto che qui entriamo in un campo minato: non possiamo e dì non dobbiamo contestualizzare oltre il lecito, sia per il rispetto che dobbiamo a chi non c'è più, sia per la prudenza da osservare verso chi potrebbe non gradire questo nostro innocente e divertente tuffo nel passato, sia, infine, per l'alta considerazione ed il
piacere che esprimiamo all'indirizzo di quelli che, deo gratias, sono ancora fra noi. Senza cedere alla famosa “sindrome di Stoccolma”, ci corre comunque l'obbligo di precisare che nei confronti dei vari protagonisti, vittime e carnefici, presenti o passati, professiamo sinceri sentimenti di riconoscenza, simpatia e rispetto.
Apriamo le danze ricordando con fraterna simpatia ed immutato affetto un protagonista fortunatamente ancora fra noi, un galantuomo che ha onorato la sua cattedra di maestro; un maestro davvero con i bafli (tuttora ben portati e curati). E con gli stivali! Non ricordo se anche con il frustino, forse perché l'ho avuto come supplente solo per pochi giorni.
Qualcuno si domanderà se i suoi baffi “puzzavano”... Ebbene si, puzzavano! Ma solo metaforicamente. Per identificarlo basta fare mente locale e, se tanto mi dà tanto, il suo identikit è bell'e pronto: si muove
tra il Protettore di Bari e l'Abbazia di Montecassino.
Un altro insegnante al quale “puzzavano i baffi" è quello che ho presentato come un precursore di Maratona. Probabilmente la mia cervicale è un suo involontario regalo, ma la mia stima e gratitudine per questo valente educatore e indimenticabile maestro di vita e di scuola, sono sincere e profonde. Non dirò chi è neanche se mi autorizzassero i figli, noti ed eccellenti professionisti oltre che stimati galantuomini.
Ad un altro, noto per la sua passione per il calcio e per il canto, tenace ed incorreggibile scapolone, i suoi baffi, che non portava, giocarono purtroppo un brutto tiro. Una mattina si presentò in classe il padre di uno scolaro che il giorno precedente era stato punito dall'insegnante. Se si fosse trattato del sottoscritto, il compianto collega si sarebbe sentito dire da mio padre: “Vi meritate un caffé“. Invece quella mattina per il nostro maestro si trasformò in una deplorevole disavventura.
Tra i tanti maestri “con i baffi“ ce n'era uno che ne esibiva davvero un bel paio; ma non puzzavano per niente: si trattava solo di maestro “coi baffi“ che si faceva apprezzare anche quando metteva la sua robusta voce baritonale al servizio dei canti liturgici o delle scenette in dialetto napoletano. Poi un brutto giorno un passo falso lo tradì e la sua voce poté solo declinare fraseggi e passaggi di commiato. Grazie e buon viaggio. Alfonso! A nome di tutti i tuoi colleghi e alunni.
Dal cilindro dei ricordi legati ai maestri conosciuti sul Loggione, con o senza “baffi“, non posso non tirare fuori l'accoppiata “BAFFI - BASETTE“: protagonista indiscusso e temutissimo era il maestro La Prova il quale ogni tanto afferrava uno scolaro per le basette e lentamente e sadicamente lo costringeva a sollevarsi sulle punte dei piedi...
Un noto portatore di baffi era il maestro Diana ma non risulta fosse particolamtente severo con gli scolari; di sicuro non li metteva in ginocchio sul brecciolino come faceva qualche suo collega.
I suoi baffi erano inodori.
Come dimenticare poi un maestro che ha calpestato per tanti anni lo storico suolo del loggione portando a spasso un paio di baffetti che, un tempo irrilevanti e discreti, oggi emanano esalazioni di una pipa che amrnorba i sidicini? Il suo cognome ci richiama alla mente un golfo calabrese e la sua apprezzata collaborazione al nostro periodico ci permette di identificarlo ed anche di augurargli lunga vita, malgrado il castigo inflittoci dalla sua inseparabile pipa.

Nello Boragine
(da Il Sidicino - Anno IV 2007 - n. 4 Aprile)