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Una strana famiglia: i "Mirlinton"

 

Come anticipato nel numero precedente, ci piace questa volta offrire ai nostri lettori qualche spunto di riflessione e qualche curiosità su quella che abbiamo definito la strana e misteriosa famiglia dei “mirliton”, voce dalla etimologia incerta (secondo alcuni dovrebbe significare un ritornello di antica canzone popolare francese). In soldini trattasi di "strumenti musicali membranofoni a fiato”; per suonarli, ovvero farli suonare, sono infatti indispensabili una membrana vibrante, ad esempio carta velina, carta oleata, pelle di pecora, ed il fiato o il soffio del suonatore, che ha, appunto, il compito di eccitare la prima. Senza entrare nei dettagli o trattazioni di sapore tecnico-specialistico, vogliamo qui sommariamente intrattenerci sulla tipologia, la origine, la funzione, e l'interazione “strumento-bambino-uomo-ambiente”, specie in relazione al potere che i mirliton hanno di alterare la voce e di trasformarsi, a seconda delle occasioni e delle culture, in strumento-giocattolo oppure in un suggestivo e potente mezzo sonoro di espressione magica degli spiriti.
Questi strani, misteriosi e poco conosciuti strumenti musicali, che in molti casi, come in Africa, Asia ed America Latina, nascono secondo la ormai diffusa e collaudata linea del “fai da te”, di cui ci siamo peraltro ampiamente occupati nel numero di giugno, presentano la caratteristica di modificare od alterare il suono prodotto in altro modo. Di solito la modificazione riguarda la voce che canta (raramente il suono prodotto da uno strumento musicale vero e proprio, come gli xilofoni africani). Alla famiglia dei mirliton appartengono i flauti da eunuco, il corno nigeriano, il pettine fischietto, lo zobo ed il kazoo. Questo ultimo è un piccolo strumento musicale attraverso il quale si canta: consiste in un tubo di canna, con foro laterale coperto da membrana e situato a metà del tubo stesso. L'aria viene introdotta attraverso la membrana; il modello tipo giocattolo (kazoo semplice) viene suonato cantando nel foro praticato all'estremità del tubo. Questo strumento assomiglia vagamente ad una melodica, strumento che cerca di combinare la tastiera del clavicordo con il registro organistico del flauto; insomma si tratta di uno strumento a fiato con tastiera, a metà strada tra il clavicordo e il flauto. È uno strumento quasi sempre presente nei riti magici dell'Africa occidentale: uno strumento povero che nei primi decenni del secolo scorso risultava uno dei più diffusi nel sud degli Stati Uniti, dove conquistò diritto di cittadinanza anche nella prima fase della musica Jazz e negli anni trenta diede vita a vere e proprie bande di kazoo.
I Mirliton, come già detto, sono prevalentemente degli strumenti membranofoni di materiale diverso e di forma per lo più tubolare o vascolare, chiusi da membrane di pelle o di carta oleosa: vengono suonati parlando o cantando con le labbra appoggiate su un foro o direttamente sulla fonte sonora ed il risultato è la distorsione timbrica della voce.
Questi singolari strumenti, che in Europa sono legati soprattutto al gioco infantile, si affermarono in Francia nei secoli sedici e diciassettesimo: il primo fu il già citato flauto da eunuco, la cui membrana era costituita da una buccia di cipolla e detti per ciò anche flauti a cipolla. Particolarmente presenti nell'isola di Giava, in Congo ed in Uganda; negli USA vengono usati frequentemente nell'accompagnamento del blues. Una membrana, protetta da una capsula asportabile, copre l'estremità superiore dello strumento; lo si suona parlando o cantando in una delle aperture della capsula.
Il corno nigeriano, usato per modificare il suono della voce umana, è costituito da un corno di bue e da una membrana ricavata dalla sostanza che i ragni emettono per proteggere le loro uova.
Lo zobo, infine, è apparso come una novità negli Usa nei primi anni del XX secolo; esteriormente sembrava uno strumento convenzionale. Suonato come il kazoo, le membrane vibranti erano studiate in modo da riprodurre il suono dello strumento convenzionale al quale lo zobo somigliava nella forma (un tipo di flauto, o di flicorno tenore o di bombardino).

Nello Boragine
(da Il Sidicino - Anno III 2006 - n. 8 Agosto)