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Ennesimo crollo nel centro storico di Teano


(foto di Mimmo Feola)


(foto di Alfredo Balasco)
 

Fa piangere il cuore assistere impotenti alla morte lenta e inesorabile della mia città, Teano, città di antiche e nobili origini come poche in Campania. Mattinata di sventura dopo l'episodio del crollo dei miseri resti del portale monumentale che dava l'accesso alla maestosa residenza dei feudatari della città, oggi palazzo Zarone e Museo archeologico del territorio dei Sidicini, antica tribù sabellica che controllava l'ingresso alla Campania antica.
Le immagini desolanti del crollo, avvenuto per un caso fortuito senza arrecare vittime e danni a persone e cose, ci restituiscono una immagine sconcertante sul forte degrado in cui versa l'intero tessuto edilizio della città storica, sede di grandi emergenze monumentali e vera memoria storica dei cittadini teanesi. Un degrado oramai diffuso a macchia d'olio, che negli ultimi tempi coinvolge sia l'edilizia privata, ricordo la situazione drammatica in cui versano interi isolati della parte medievale della città, sia gli edifici pubblici di grande importanza storica architettonica.
A tale proposito, ricordo i crolli e le lesioni del grande campanile dell'Annunziata, il crollo della copertura del campanile ottagono della chiesa di Santa Maria de Intus, i gravi dissesti statici delle mura dell'arce in prossimità della chiesa di San Michele, la gravissima situazione di abbandono della chiesa, di fondazione longobarda, di Santa Maria de Foris e i tanti e dolorosi crolli degli edifici ubicati nel tessuto edilizio medievale. Una situazione maggiormente acuita dal fenomeno diffuso di abbandono della città storica, da parte degli stessi concittadini che hanno preferito abitare nelle aree di nuova espansione edilizia. Una espansione che ha provocato una divisione insanabile con la Teano medievale, favorita dalla speculazione edilizia e da una carenza di pianificazione urbanistica indirizzata al recupero del patrimonio edilizio esistente.
Credo che si sia arrivati ad un punto di non ritorno, mi auguro che al più presto si rifletta sulla tragica situazione in atto e si prendano decisioni importanti per fermare l'agonia di una dei più importanti centri urbani della provincia di Caserta.
Occorre, a mio avviso, cambiare visione nei confronti della città, utilizzando il PUC, in corso di progettazione, per adottare criteri di crescita basandosi essenzialmente sulle risorse del territorio, sul recupero dell'edilizia storica esistente, rispettandone la memoria storica e la funzione residenziale.

Alfredo Balasco
(da Il Sidicino - Anno XVI 2019 - n. 12 Dicembre)