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Aree funerarie ed edifici di culto altomedievali in Teano
 
Mosaico - Epifania di Cristo (Museo Archeologico di Teanum Sidicinum - foto di Mimmo Feola)
 

In concomitanza con la formazione della Diocesi di Teano (333-560), una serie di trasformazioni economiche e sociali, dovute al venir meno di uno stato centralizzato, con la conseguente affermazione di una nuova elités governativa, prima episcopale ed in seguito longobarda (metà VI sec.), contribuirono, nell'ambito dell'urbs teanese, all'elaborazione di nuovi modelli commemorativi.
La distribuzione topografica delle aree cimiteriali, per Teano, antica città sidicina in provincia di Caserta, evidenzia un uso classico di seppellire nei suburbia lungo le strade, o in piccoli nuclei prediali.
Quanto detto è ben evidenziato da due contesti cimiteriali: S. Paride ad Fontem (VI sec.) ed il cimitero recuperato, archeologicamente, in località S. Amasio (V sec.). Contestualmente, il primo complesso cimiteriale citato si sviluppa in un'area suburbana, e nei pressi dell'antica porta attraverso la quale transitava la via Latina per Cales, caratterizzato da una cella memoriae Paridis monoabsidata con annesso cimitero subdiale ad ecclesiam, mentre il secondo complesso cimiteriale, prediale, è legato ad una cella memoriae del secondo vescovo teanese, Amasio, a cui sono inerenti tombe subdiali tra cui un sarcofago a semplice cassa litica, con cuscino interno, mosaicato, ascrivibile alla seconda metà del V sec. che effigia l'Epifania di Cristo ed è legato alla gens Geminia.
Non mancano piccoli cimiteri isolati come dimostrano sia le epigrafi sepolcrali paleocristiane di IV-V sec., recuperate in località Masseria Madonna dell'Arco sia le deposizioni di VI-VII sec., rinvenute in località S. Giulianeta (fraz. di Teano) che testimoniano nuclei di popolamento per fini artigianali-lavorativi; fenomeno che si verifica nelle campagne, con sepolture su alcuni settori di precedenti edifici romani o ville.
Infine, in questo veloce excursus, non manca un fenomeno particolare dell'età post-classica, la presenza di un cimitero urbano (VI-VII sec.) che prende avvio, in primis, da un processo di attrazione esercitata da un nucleo martiriale legato al culto di Terenziano. Questa pratica sembra una conseguenza dell'inserimento in ambito urbano (l'Arx dell'antica città) di un complesso cultuale “privilegiato” formato da una basilica paleocristiana a “memoria” (martire Terenziano), una cappella funeraria attigua in cui, in un contesto di destrutturazione della città dovuta alla presenza longobarda (seconda metà del VI sec.), si traslano i resti del protovescovo Paride ed un annesso cimitero, detto di S. Paride, fattori che rappresentano un fenomeno paleogenetico per la formazione di spazi multifunzionali come strutture recettive per pellegrini, la trasformazione della sede episcopale e lo sviluppo di questo nucleo “urbano” rispetto all'antica città tardoantica.

Carmen Autieri
(da il Sidicino - Anno XIV 2017 - n. 11 - Novembre)