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Su alcuni inventari del Monastero di S. Caterina

 

In tutto il territorio Teanese, ma anche oltre, esistono una quantità di toponimi di uso comune ormai secolari: fore e monache, a massaria re monache, ru puzzu re monache, la cerqua re monache etc., prove inconfutabili di appartenenza a monasteri di monache. Uno dei più cospicui Monasteri di monache in fatto di proprietà terriera fu il monastero di S. Caterina, che per la verità attraverso i secoli incamerò in se tutti i monasteri femminili estintisi nella zona. Anche se è d'obbligo accennarvi, non vogliamo percorrere qui la storia del Monastero di S. Caterina, ampiamente trattata da scrittori di cose patrie. Sono invece interessanti alcune spigolature tratte da un inventario del seicento dei beni del monastero. È sempre molto appassionante avere fra le mani antichi documenti ove si colgono situazioni di vita giornaliera di un mondo così lontano da noi, che ci incuriosisce ed affascina.
Il Monastero di monache benedettine di clausura fu fondato nel 1554, per interessamento di donna Camilla Orsini, Principessa di Stigliano e Signora di Teano, in un complesso di proprietà comunale, dato in concessione mediante istrumento alla badessa napoletana Camilla Carmignano. Esso si trova presso la porta di S. Lazzaro, a ridosso del Loggione, è costituito da diversi fabbricati con cortili e giardini. La chiesa, preesistente al monastero era intitolata a S. Nicola dei Greci, essa è ad una sola navata, decorata con stupendi stucchi barocchi, l'altare maggiore è dedicato a Santa Caterina, ove spicca uno stupendo quadro attribuito a Belisario Correnzio, il pavimento è lastricato di pregiate rigiole. In principio il monastero aprì le porte a giovanette di ogni ceto: massimo medio ed infimo. In seguito si aumentò la dote necessaria per essere accolte: 400 ducati per le cittadine e 500 per le forestiere, precludendo così l'ingresso alle fanciulle del ceto basso e ciò lo si fece quando gli “ … haveri sostanze - beni mobili - iussi e raggioni dalla prodica mano della Maestà divina per il sosteggio ed alimento della pianta di questo suo sacrato congresso di care spose …” erano cospicui. Dal Catasto Onciario di Teano, del 1755, risulta, senza contare: botteghe, masserie, censi, livelli, molini etc., che detto monastero possedesse 1.442 moggia di terra. A seguito, poi, dell'eversione e delle leggi del 1861 il demanio dello stato incamerò tutti i beni dei monasteri. Con i beni confiscati al monastero di Teano il Comune fondò l'Istituto Regina Margherita, diviso in tre sezioni: Ospizio per le fanciulle povere, Convitto per le educande ed Asilo infantile. Nel 1926 alle suore del convento di S. Caterina si aggregarono le suore Benedettine del SS. Sacramento di Rongo di Chiffa, adoratrici perpetue (organizzando turni giorno e notte) del SS. Sacramento.
Questo inventario sullo stato dei beni del Monastero del 1655 e rinnovato nel 1705 contiene, fra molte curiosità: dei promemoria sulle indicazioni e consigli di come, mese per mese, vanno modulate le coltivazioni; le annotazione dei beni e chi li possedeva; ma anche dei versi sciolti, scaturiti dall'animo delle recluse. In esso vi sono tutte le prerogative per una comparazione del dialetto e dei modi di dire attraverso i secoli, alcuni di essi del tutto scomparsi, soprattutto nelle indicazioni della lavorazione della terra (qualcuno dei più interessanti li trascrivo in grassetto). Le annotazioni dei beni e di chi li possedeva ci danno informazione su casate ormai scomparse, ciò si può collegare (anche) alla peste che in quegli anni imperversò in queste zone e decimò drasticamente la popolazione. I versi rappresentano una simpatica testimonianza del modo di concepire la vita da parte delle recluse: li affidiamo alla fantasia del lettore. La rendita annuale dell'esigenza delle Masserie, dei capitali, dei canoni dell'affitto delle case, e paghe dell'educande, in tutto, quando le annate portano olio, ed i generi vanno a prezzo alto, allora giunge a circa D. 6500 più o meno. Lo “Stato del Monastero” non lesina sulle ingenti presunte spese che deve sostenere: per pesi di legati, capitali e canoni, elemosine d'obbligo, per la chiesa: cappellani, confessori, ordinari giornalieri e predicatori. Per avvocati, misuratori, per liti e scritture, per falegnami e ferramenta, stalle e somari, per salari e spese imprevedute, per lo mantenimento di oltre trenta persone dentro il Monasterio, oltre le persone di serviggio esterno, per medicamenti e medici, per mantenere una persona ad Aversa in quanto demente, … tutti questi pesi portano all'esito più o meno di D. 5500 annui.
Meraviglia ma non scandalizza questa frenetica attività dentro e fuori un monastero di clausura, se lo si inquadra nel contesto dei tempi e lo si vede quale in effetti era: un feudo nell'espletamento delle proprie funzioni …per il sosteggio ed alimento delle care spose di Cristo.
Oggi il convento è occupato da 9 suore, la loro età media supera i 70 anni e forse non riescono neanche più a svolgere il loro apostolato: l'adorazione perpetua del Cristo giorno e notte. Vivono di carità e del sostentamento della chiesa. Una volta vivevano “del suo” producendo pregiati lavori artigianali attraverso i ricami di stoffe ricercate per corredi di giovani spose ma anche di paramenti sacri. Nel cimitero di Teano hanno un luogo a loro dedicato, un'isola che reclude anche dopo la morte le loro spoglie. Non sappiamo quale intima grazia si possa raggiungere nell'esercizio della loro adorazione del SS. Sacramento e se la loro serenità spirituale raggiunta emani anche all'ambiente circostante. Non possiamo tacere, tuttavia, che quando si varca la soglia della chiesa, ti avvolge un mondo senza tempo, ed un senso di pace ti pervade.

Carlo Antuono
(da Il Sidicino - Anno VII 2010 - n. 3 Marzo)

Alcuni pensieri, in versi sciolti.
O' povera anima come non pensi
che o troverà eterni canti
O'eterni pianti.

Per poco patere eterno godere,
et per poco vano godere eterno patere.

Perché non pensi che una volta si more,
et si perdi la strada una volta la perdi
per tutta leternità, che sempre comincia,
et mai fenirrà.

Chi allora ti aggiuterrà
d'ogni cosa ti contrarierà.

Senti dunque con tutto il tuo cuore
il tuo vero signor che mai mancherà
tutto il resto è vanità.

La Repubblica Romana fu padrona di
tutto il mondo per mendre fu concordia
et unione tra li cetadini romani.

Il ramo del arbore tanto tempo si
mantiene verde, et produce frutto
quanto tempo sta unito
allo suo tronco, et radice.

Vita commone morte della invidia:
perché quando una sorella mangia,
veste, et dorme come ogn'altra,
de che può haver invidia.

Vita commone morte della vanità,
et conversazioni mondane.

Vita commone quiete del corpo,
principio d'ogni devozione,
et via dell'anima alla eterna quiete
perché sbrigatala tanti affari
mondani più facilmente
può attendere ad unirse à quel
vero bene Dio benedetto trino, et uno.

Ecce quam bonum, et quam iucundum
Habitare fratres in unum.

Esito di vino:
Riscosso per la masseria di Carrano barili 14;
Comprati barili nove di musto a carlini sei;
Barili tre di musto p. il vincotto D. 2;
vino da Cajanello barili 14 e carafe 15 D.15'78.

Alcune spese varie
Per la spezieria manuale e zuccari comprati (quali) fioretto, zuccaro bianco, zuccarello, moscavata, pepe, pepone, cannella e garofoli D. 20; per un quinterno di carta grana 6; per rotola 5 di semola grana 27; per tre rotola di maccaroni grana 30; per libbre tre cioccolata grana 97; per rotola due di cedro grana 80; grana venti “per li lazzi all'Oriloggio”.

Pagato a gennaro Iannazzo carlini due p. avere apprezzato le castagne arze in Assano; per un paio di colombi per un'inferma grana 20; Piantati à Carbonara e Cajanello 53 Castagnoli D.94.

Pagato un Carlino al Caporale Spagniuolo p. avere ricuperato li somari, che avevano pigliati, et grana 10 p. un salasso.

Qualche descrizione dei beni
Una poteca dentro questa città di Teano iuxta
la piazza pubblica e li beni di D. Matthia toraldo
fu comprata à 10 di 9bre 1597 la tiene Francesco Tarduccio p. ducati seie l'anno.

Una casa di membri due superiori et uno inferiori fine la v. p. et li beni di Laudonia delli mastrati st'affittata per carlini venti. La tiene Fergiglio.

Una di due membri inferiori, fine la v. p. et lo monasterio se ne serve il monasterio per li suoi animali.

Una masseria nella piana delli Scarpati (sic) di moia ducento con casa et aria lastricata et altre comodità la tiene Antonio di Paulo.

Tra le voci d'entrata:
Dal Signore Antonio di Renzo p. la compra della taverna, et vigna di porta di sopra che fu delli Liberani anni docati ventitre, tre tarì.

Da Maria Sticca et Gioseppe magro per la terza dello horto seu terra delle grotte alias Vergogna docati undeci tt.quattro,et due denari.

Da Pietro politella per lo affitto dello montano di Furnolo car.li venti.

Da Marco Antonio de blasi de Casi, et Cesare de Galitia di Casafredda annui docati nove per capitale di docati cento p. inst.o di notaro Silvestro de Nunzio à 28 di Febbraio 1655.

Avvertimento mensile per la coltura dei terreni:
In questo mese di Febbraro è cosa bona che D. Abadessa deve ricordare al Sig. procuratore che ordini alli personali che coltivino le terre, di fare bone maisi p. sementare legumi come ceci, fagioli, et altro acciò lo monastero non sta dopo costretto à comprarle.

Circa il 15 del mese di Giugno D. Abb.a è bene solleciti il Sig. P. che veda dove si mettono vene, orgio, et grano, come si fanno li pignoni, et quanti.

In questo mese di Luglio D. Abb.a et l'altra a che spetta deve essere molto sollecita in fare condurre tutte le vittuvaglie dentro il monosterio, et guardosi a non farle reponere, è bene farsi distinta nota quanto grano, o altro have recevuto da ciascuna terra o personale; Est cosa bona misurare il grano quando entra nel monasterio, et p. meno fatica stanagliare li sacchi, et pure da quando in quando misurarlo.
Nel mese di Agusto D. Abb.a fare molto bene ricordare allo Sig. P. che faccia diligenza di affittare ò di dare a parsonalia le terre che non si coltivano, ò stanno vacanti. Et ancora bene come si trattano li buoi dati a menanno, atteso se li suole dare molta fatica, et trovano poco che mangiare essendo seccate tutte le herbe per le campagne.

Circa le fene di questo mese di Settembre D. Abb.a potrà ricordare di fare apprezzare et vendere le castagne in diversi luoci come sta notato dentro questo libro. E' ancora bene fare scalzare le olive, et alletamare, et sappiamo che quanti carlini se spendeno in fare alletamare le olive tante sestare d'oglio si guadagnano.