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La località degli Scarpati...

 
... e il “lago del vescovo” in alcuni capitoli del Principe di Stigliano del 1571
 

Questa località degli Scarpati è antichissima, se ne trova traccia addirittura in una bolla di Papa Celestino III del 1193 diretta al vescovo di Teano Teodino: “ … da ciò che dicesi in questa bolla, vien chiaro che primitivamente i vescovi di Teano, oltre il titolo di regio consigliere, prendevano ancora quello di barone degli Scarpati ed Anguillara. Ma successivamente , questi due villaggi, essendo rimasti spopolati, i vescovi vi perderono tutta la giurisdizione … a tal guisa che nell'occasione di qualche misfatto che in detto tenimento fosse accaduto, se ne disputavano la giurisdizione fra i baroni di Teano, Caianello, Liardo e Pietravairano, tutti confinanti, e colui che conosceva per prima il fatto, era il primo a dar mano all'inquisizione.” Tale villaggio è abitato ancora oggi, sorge ai confini tra Riardo e Teano presso il “lago del vescovo”. Per chi volesse curiosare sulla carta topografica della diocesi di Teano di Don Joannes De Guevara del 1635 scorgerà, fra la Casilina ed il bosco di Riardo, un lago del vescovo ora scomparso: fu prosciugato nel XVIII secolo dal Sig. Pasquale Sanniti di Pietramelara, ed il terreno di risulta fu aggregato in parti uguali al territorio di Teano e Riardo. Sull'argomento si fa riferimento nei Capitoli approvati e confermati all'Università di Teano nel 1571 dal Principe di Stigliano per le continue controversie che insorgevano fra gli abitanti di Teano e Riardo, come quella di maturare la canapa nel lago, o quella di abbeverare gli animali dei cittadini teanesi in quelle acque e nei rivi circostanti. Così si supplicava il Principe di risolvere le controversie “… concedere che li hominj de ditta città et soi casalj possano jn quella acqua abbeverare et tenere li loro animali et admaturare o fare admaturare li loro cannavj; linj in lo 'lago quale è tra Thiano et Liardo … como ei stato sempre solito da anni cento, et per quanto tempo che non c'è memoria de homo in contrario … et prohibire lo officiale de Liardo de pigliare lj homonj et le bestiame de thiano et fare exqutioni a le robbe et litigare …”. Tali vertenze fra i cittadini di Teano e quelli di Riardo per l'uso del lago del vescovo che spesso, dando mano ai ferri, sfociavano in vere e proprie violenze, rimontano innanzi al 1457 e se ne trova traccia nei registri Aragonesi dell'Archivio di stato di Napoli. Questa incertezza dei confini del territorio fra i due comuni non cessò che nel XVIII secolo, quando Teano, per sequestro fatto al conte Daun, ricadrà alla Regia Corte. Ciò lo scopriamo da uno “Stromento” stipulato dal notar Giovanni Ragucci nel 1738 per l'apprezzo, da parte dell'Ing. Biagio De Lellis, dell'estensione circonferenziale del territorio teanese di miglia 31, ove se ne stabiliscono con precisione i confini con i territori limitrofi. Ad Est il confine “ … tira per rio caldara segue verso sopra, giunge all'arena delle ferrarelle,… per mezzo il lago di Liardo e per la strada di mezzogiorno, tira al fabbricato della masseria delli Scarpati appartenente a questi sig.ri Ziti … (Signori appartenenti ad una antica e nobile famiglia Teanese)”.
Il sig. La Prova Antonio, ultra nonagenario, raccontava qualche anno fa che agli inizi del '900 il suo genitore aveva in fitto la masseria degli Scarpati e lui, poco più che bambino, con i suoi fratelli andava a giocare “nello stanzone del Vescovo”. Ancora oggi i contadini indicano tale zona con il toponimo di “la terra del Vescovo”, così, di padre in figlio, per secoli hanno tramandato la notizia che quella terra era appartenuta al feudo di un Barone-Vescovo. In primavera, nella zona, si possono ammirare sconfinati fiori di pesco, ai bordi dei fossi vi sono cumuli di pietrame che i contadini non sono riusciti a smaltire e che servirono da selciato, nella seconda guerra Mondiale, per la costruzione di un ospedale da campo per la V armata di Clark impegnata contro “La linea Gustav” ed in particolare nella cruenta battaglia di Cassino.

Carlo Antuono
(da Il Sidicino - Anno VI 2009 - n. 10 Ottobre)