L'ASSOCIAZIONE
 
il Sidicino
 
Indice per autore
 
Indice Carlo Antuono
 
 

In declino...

 
 

Se si oserva dall'alto di Fradejanne, sulla cima occidentale di Monte Maggiore (la montagna più alta del preappennino Matesino, che sovrasta Riardo e Pietramelara), il paesaggio sottostante e si racchiude lo sguardo fra il Massico a Sud e i Monti di Presenzano a Nord-Est, tutti di origine carsica, appare chiaro di come quel gigante, adesso verdeggiante ed ancora ricco di acque e di animali, del gruppo vulcanico di Roccamonfina sia eruttato in quella che qualche milione di anni fa era una pianura che degradava lievemente verso il mare. Per questa pianura il Volturno trovava il suo naturale cammino, che da quel tempo fu costretto a deviare verso Sud-Est per Caiazzo facendo tortuosi giri fino a Capua e verso la foce presso Castel Volturno. Se la giornata è tersa, sulle ultime propaggini occidentali del vulcano, a cavallo d'un monte, fra monte Lucno e S. Giulianeta (unico esempio di propaggine carsica nella zona), si scorge un imponente agglomerato di tufo grigio di forma quadrangolare attorno ad un campanile, qua e là macchie colorate di nuove e sconsiderate costruzioni: è la città di Teano, antichissima capitale di quel popolo dei Sidicini che dovettero essere gli incontrastati signori del vasto territorio che va dal mare al Matese e dal Volturno al Liri.
Ogni cittadino teanese sarà certo fiero della propria storia e tanti ne sono sicuramente appassionati, ed è giusto che si mantengano vive in ognuno le proprie origini e si preservino le testimonianze artistiche; in seguito, prendendo spunto dal passato si costruisce il futuro, valorizzando, per scelte, le risorse di cui il territorio è disponibile. Teano da questo punto di vista appare un po' come un santino sotto una campana di vetro: “incartata”, si crogiola nel proprio passato senza saper agganciare a questa fortunata risorsa lo sviluppo futuro. È ormai diventato un luogo comune parlare di Teano solo in termini di trascorsi gloriosi, le notizie su monumenti, chiese, personaggi illustri e siti archeologici si presentano, ad ogni manifestazione e ricorrenza, standardizzate su ricorrenti depliant (alla stesura dei quali partecipano laboriosamente anche le scuole), trascurando puntualmente la sensibilizzazione dei problemi attuali e finendo così per far diventare accettabili le emergenze: la tolleranza degli abusi, la sporcizia per le strade, la mancanza di fogne ed il costante inquinamento delle nostre pregiate acque. La spia di tutto ciò la si può scorgere nel partecipare a qualche convegno sul miglioramento del territorio (adesso vanno per la maggiore il PUC ed il Parco Archeologico): ci si accorge che gli argomenti si esauriscono alle solite sviolinate di rito per la storia del territorio ed allo sciorinare di critiche contro tutti, fondando poi la rinascita su confusi e solo accennati progetti che non decollano mai. I più gettonati risultano essere gli aspetti urbanistici e turistici, richiamati ormai da decenni, sia da amministratori che da solerti professionisti e funzionari.
Si assiste, così, inermi, fin dal secondo dopo guerra, ad un lento ed inesorabile declino del territorio. Oggi Teano acquista sempre più i connotati di una città-dormitorio: un'istituzione senz'anima, con scarsissimi servizi, marcato disinteresse per il sociale e con la ricerca degli svaghi fuori dal contesto dell'agglomerato. Si contano, sul territorio, quasi una quarantina di associazioni con ben due Pro Loco
(Caserta ne ha soltanto una), che si adoperano per vivacizzare la vita sociale: qualche associazione ha
delle buone idee, in complesso rimangono dei fuochi di paglia senza seguito, molte non sono altro che formazioni politico-clientelari.
Nel 1958 il Comune contava una popolazione anagrafica di circa 17mila abitanti, oggi ne conta soltanto 12mila, attualmente tagliato fuori da importanti snodi stradali fatica a trovare gli “indotti” giusti, una sua identità a cui aflidarsi per lo sviluppo del territorio. La città è ricca di uno stupendo Museo archeologico che custodisce preziosi reperti, testimoni della sua antica e prestigiosa storia, ma che è scarsamente visitato. Il mercato, un tempo frequentatissimo, oggi ha perso importanza in favore di altri mercati viciniori più attrezzati. Vale la pena di dare notizia che del mercato di Teano se ne trova traccia già nel XIV secolo in un decreto del 15 Aprile 1352 riportato nell'archivio della zecca di Napoli, lettera F folio 9: la regina di Napoli Giovanna I D'Angiò, nell'istituire, su intercessione della potente famiglia Marzano, il mercato a Roccamonlina, stabilì che esso avesse luogo ogni Venerdì, ma dopo, considerato che tale giorno si trovava incastrato tra due altri mercati, del giovedì a Sessa e del Sabato (sic!) a Teano, al Venerdì fu sostituito il Lunedì.
Ancora cinque o sei lustri fa era possibile“gustare” uno spaccato di vita che riconosceva la Città come polo di attrazione della zona: all'uscita dal cinema “Garibaldi” si incrociava corso Vittorio Emanuele II affollatissimo e pieno di vita, ove oltre ai Teanesi confluivano gli abitanti dalle Frazioni e dalle campagne; questi ultimi, se giovani, indossavano il vestito della “Domenica” che era sempre di una taglia più grossa o più piccola e si riconoscevano perché, impacciati, passeggiavano più accostati ai muri e lasciavano il paso a tutti, alcuni venivano per vedere qualche ragazza che non si sarebbe mai accorta di nulla. Vi erano poi quelli che se la prendevano con calma e sicurezza chiacchierando del più e del meno prodigandosi in simpatici apprezzamenti su ogni cosa e persona come se da sempre non avessero fatto che quello, nel passeggio occupavano il centro del corso ed erano i “benestanti" di Teano. Meritano un cenno a e parte gli “intellettuali”: erano i più riconoscibili perché “battevano le basole" dai poggetti al Monumento e viceversa con il giornale L'Unità sotto al braccio (pare che a quel tempo gli intellettuali fossero di moda e non potessero essere che rigorosamente di sinistra), parlavano sempre male della Democrazia Cristiana, il loro allora odiato partito politico antagonista, perché pare che adesso ci abbiano ripensato, ed è proprio di questi giorni la notizia che stiano addirittura formando un partito assieme.
Adesso, corso Vittorio Emanuele la sera è deserto: i pedoni sono stati banditi anche dai marciapiedi, ma in compenso, in prima serata, prima della chiusura dei negozi, tutti vanno a fare shopping con la macchina, nelle famiglie che vi sono più macchine si va ognuno con la propria, il corso e tutte le vie di accesso inevitabilmente s'ingolfano, si gira più volte per la stessa strada, cosi le persone si salutano dalla macchina, chiacchierano attraverso i finestrini, finanche le vetrine ed i prezzi esposti si passano in rassegna stando comodamente in macchina, e questa è la nuova moda di andare a passeggio a Teano. Da qualche anno è stato istituito un Museo Garibaldino e del Risorgimento, una trovata di per se encomiabile, vista anche la tappa che Teano rappresenta per l'unità d'Italia, se non fosse che il Museo è praticamente chiuso con quasi assenza di reperti. Non va taciuta la curiosa architettura, che tutti possono ammirare, della porta d'acceso di quest'ultimo: la didascalia del Museo è posta su di una pietra di marmo rettangolare, fermata da quattro perni a mo' di pietra tombale, con a lato una lanterna simile ad un lume votivo, ed ogni volta che la osservo non posso sfuggire all'ovvietà della metafora che tristemente mi trasmette.

Carlo Antuono
(da Il Sidicino - Anno IV 2007 - n. 5 Maggio)