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Frana Italia

La tragedia di Ischia
 
 

Con una frequenza ravvicinata e ininterrotta, non più legata solo a eventi straordinari e imprevedibili il territorio italiano, fragile e estremamente vulnerabile per la naturale conformazione orografica, l’intrinseca struttura geologica e l’attività antropica, si sgretola e si devasta ad ogni fenomeno sismico, ad ogni nuovo evento meteorologico appena fuori dalla norma, presentando ogni volta un conto doloroso e tragico.
Su questa situazione già inquietante di per sé, si innesta drammaticamente un effetto moltiplicatore per il deleterio combinato disposto causato dall’intensa, insensata e incontrollata azione umana, con la cementificazione selvaggia del territorio, la speculazione urbanistica, l’abbandono delle aree interne collinari e montuose, il disboscamento, la mancanza di prevenzione, di cura degli alvei e degli argini fluviali, e dalle nefaste conseguenze del cambiamento climatico con l’innalzamento della temperatura globale che porta sempre più a eventi meteo estremi e catastrofici.
Allora assistiamo impotenti allo scatenarsi della furia della natura, con prolungati periodi di caldo torrido e siccità, con fenomeni di instabilità violenta con uragani, trombe d’aria, bombe d’acqua, piogge torrenziali.
E il nostro Paese per la colpevole inerzia, indolenza e dabbenaggine della classe politica e dirigente, incapace di intervenire con atti legislativi ad hoc, per la tutela e messa in sicurezza del territorio e delle aree a rischio, con opere di manutenzione ordinarie e straordinarie, con l’aggiornamento delle mappe del rischio sismico e idrogeologico con i relativi piani di assetto, con un controllo capillare sull’abusivismo edilizio, ne paga amaramente le conseguenze.
Basti evidenziare i dati di Legambiente riferiti ai fenomeni metereologici estremi, con alluvioni, frane, dissesti e esondazioni, che hanno devastato la nostra penisola solamente negli ultimi 13 anni, dal 2010 al 31 ottobre 2022, che riportano ben 1503 eventi catastrofici con 780 comuni colpiti, con un enorme tributo pagato in termini di vite umane, ben 279 risultano le vittime, con pesantissimi disastri ambientali che ancora sono lungi dall’essere risanati, e danni economici elevatissimi e difficilmente determinabili.
È qui il caso di ricordare solo alcuni tra quelli più emblematici e recenti: 15/16 settembre 2022, forti precipitazioni colpiscono le città di Pesaro, Urbino, Ancona e Perugia, generando alluvioni e l’esondazione del Misa, che causano ben 12 vittime; 24/29 ottobre 2021 la provincia di Siracusa è interessata da piogge torrenziali con frane e allagamenti che causano la morte di 3 persone; 2/3 ottobre 2020 fortissimo evento pluviometrico che causa alluvioni, frane e esondazioni in Piemonte e Liguria con 2 morti e danni incalcolabili; 22 ottobre 2019 nella provincia di Palermo piogge torrenziali provocano alluvione e distruzioni e 9 morti; 12 novembre 2019 a Matera un fortissimo nubifragio causa alluvione e 5 morti.
A questa lunga teoria di tragici eventi va aggiunto l’ultimo catastrofico episodio che ha colpito l’Isola d’Ischia nella notte tra il 25 e 26 novembre 2022, e che nella mente di tutti ha riportato alle angosciose e strazianti immagini dell’alluvione di Sarno (e di altri piccoli centri) del 5/6 maggio del 1998 che è stata una delle più gravi tragedie che hanno funestato il nostro paese.
Allora eventi temporaleschi eccezionali determinarono smottamenti e frane, favoriti dai terreni di natura piroclastica, dalla mancanza di vegetazione delle pendici dei monti che sovrastano il paese, interessate da numerosi incendi dolosi e dalla mancata manutenzione degli alvei, con un fiume di fango che dalla sommità dilavò a valle travolgendo i centri abitati e seppellendo l’inerme popolazione, causando 161 vittime.
Stessa situazione vissuta a Casamicciola Terme sull’isola d’Ischia dove piogge di intensità eccezionale si sono abbattute sull’isola e sul monte Epomeo, e nel giro di circa sei ore hanno fatto registrare ben 126 mm di acqua: una cifra assolutamente record, provocando enormi smottamenti del terreno piroclastico, di natura vulcanica, e una gigantesca frana di fango e terra che ha colpito il paese travolgendo ogni cosa che si presentava sul suo percorso, vegetazione, alberi secolari e case, trascinando auto e bus turistici arrivando fino al mare, portando morte e devastazione.
Facendo aggiungere al tragico conto delle vittime di questi eventi temporaleschi/alluvionali altre 12 persone e la distruzione di un centinaio di abitazioni.
Eppure, non è la prima volta che l’isola risulta vittima di maltempo e frane e dolorosamente costretta a contare le vittime. Solo negli ultimi 16 anni si sono registrati altri due eventi violenti e dolorosi caratterizzati da fenomeni climatici estremi intrecciati fortemente al diffuso fenomeno dell’abusivismo edilizio (sono 27 mila le domande di condono edilizio presentate) che ha reso ancora più fragile un territorio delicato e vulnerabile. E nulla è stato fatto!
Inoltre, il 21 agosto 2017 fu un terremoto a colpire l’isola, sempre a Casamicciola, con la morte di due persone e il crollo di un paio di abitazioni e il danneggiamento di altre. Rimandando al ricordo di quello catastrofico dell’estate del 1883 quando l’intero paese di Casamicciola fu distrutto e si contarono oltre 2 mila morti.
Per porre un argine a questa lunga e interminabile sequela di morti e distruzioni occorre assolutamente intervenire con sollecitudine, coinvolgendo le istituzioni di ogni livello e grado per l’avvio di tutta una serie di interventi obbligati e necessari alla tutela e alla messa in sicurezza del territorio italiano, dotando anche delle risorse necessarie gli enti territoriali per le demolizioni delle opere abusive, e incalzare il governo per l’immediato aggiornamento e approvazione del “Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici”, fermo al palo dal 2018.
Chiaramente tenendo ben presente, a livello nazionale e sovranazionale, prioritario e fondamentale l’obiettivo di 1.5° del contenimento della temperatura globale per fronteggiare l’emergenza climatica, con l’abbandono delle energie fossili e l’uso sistematico di quelle rinnovabili.

Martino Amendola
(da Il Sidicino - Anno XIX 2022 - n. 12 Dicembre)