L'ASSOCIAZIONE
 
il Sidicino
 
Indice per autore
 
Indice Martino Amendola
 
 

Ritrovato murale inedito di Andrea Pazienza

 
 

Nel corso dei lavori di ristrutturazione della casa delle vacanze a San Menaio sul Gargano, che fu di proprietà dei genitori, è stato ritrovato un murale di Andrea Pazienza realizzato con bombolette spray blu e rosso.
L’opera, dipinta su tre pareti di una stanza è firmata Paz 72 quando l’artista, che diventerà uno dei massimi protagonisti del graphic novel, personalità centrale e fondamentale nella storia del fumetto: il Caravaggio dei giorni nostri (Milo Manara), il James Joice del fumetto (Pier Vittorio Tondelli), inimitabile, un talento irripetibile (Roberto Benigni), era appena sedicenne, un genio precoce carico di ironia e sarcasmo, irriverente caustico e abrasivo.
L’opera, per una piccola parte era già venuta alla luce nel 2003, ma i nuovi proprietari della casa decisero di occultarla coprendola con alcuni quadri e solo di recente, raschiando con estrema cautela e cura l’intonaco, hanno riportato alla luce gran parte del disegno.
Il protagonista di parte del murale, ad oggi scoperto, con tre caricature è il Prof. Sandro Visca, suo docente di disegno al Liceo Artistico di Pescara, poi divenuto suo grande amico, accompagnate da scritte come “Good bye”, “Uhm”, “Love”, “W Fiorenzo”, due fasci littori e una svastica, un balloon che recita “Hasta la Visca” e la frase “Ca t pozzn accid”, una tipica espressione dialettale del foggiano.
Qui è raffigurato, con tono caricaturale al tempo stesso tenero ma irriverente e provocatorio, con grandi baffi neri, un profilo squadrato e lo sguardo stralunato; raffigurazione divenuta poi usuale e emblematica nei ritratti successivi che Pazienza gli dedicò;
Opera giovanile fresca e spontanea, chiaramente dal tratto ancora in piena costruzione, con un evidente sapore di tipo jacovittiano, ma con già presente il segno caratteristico della sua padronanza tecnica e il suo virtuosismo che lo porterà a risultati eccezionali, e a quella peculiare e inarrivabile capacità di passare dall’estrema accuratezza formale allo schizzo scheletrico e improvvisato, elaborato e raffinato e insieme povero e essenziale.
Un’opera importante in special modo dal punto di vista storico che accresce ulteriormente la conoscenza di un’artista geniale, eclettico e poliedrico, innovatore e rivoluzionario.

Martino Amendola
(da Il Sidicino - Anno XIX 2022 - n. 7 Luglio)