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Recensioni: Fernando Zanni - ECO-POLIS

 
 

Il modello della Transition Town e del Distretto Culturale Evoluto
il saggio di Fernando Zanni

 

La crisi ecologica, che ci attanaglia sempre più, con un continuo e ormai irreversibile innalzamento della temperatura globale del pianeta, determinata principalmente dal capitalismo industriale con la massificazione del consumismo, a partire dalla seconda metà dell’ottocento, sta rivelando sempre più chiaramente il volto ingannevole di questo sistema e il suo potenziale distruttivo, con esiti catastrofici che rischiano di far collassare inesorabilmente il nostro pianeta.
Il consumo compulsivo di risorse fossili, di sfruttamento ambientale, in nome di una cieca presunzione di crescita illimitata che alimenta nuove e continue produzioni fuori dai limiti fisici e chimici del pianeta, per soddisfare bisogni artificiosamente costruiti, ha generato questo terribile sconvolgimento e alimentato la disuguaglianza e lo sfruttamento di gran parte dell’umanità e contribuito alla nascita e alla proliferazione dell’attuale tragica pandemia-sindemia del Covid-19.
Questo sistema, responsabile di gran parte delle emissioni che portano all’effetto serra, dell’inquinamento atmosferico, della deforestazione e della desertificazione di enormi territori, del consumo e sperpero di ingentissime quantità di risorse idriche, che sconvolge e rende aride e improduttive intere regioni del mondo, costringe intere popolazioni, povere e senza aiuti, a un continuo migrare in cerca di nuovi lidi per sfuggire la fame, le carestie e sopravvivere.
Siamo sulla soglia di una catastrofe ambientale, forse irreversibile, occorre senza indugi alcuno attrezzarsi per un cambiamento di paradigma, economico produttivo e sociale, unica speranza di salvare noi e il pianeta.
Incalzando in maniera forte i governi per invertire la rotta e cominciare a operare per rendere possibile tale cambiamento.
In questo contesto, da questa pressante esigenza, prende spunto e nasce il saggio di Fernando Zanni.
Zanni, storico ambientalista teanese, per anni responsabile provinciale dei Verdi, ideatore e animatore dell’A.T.A., associazione ambientalista teanese, è stato protagonista negli anni ottanta/novanta di intense e continue iniziative a difesa dell’ambiente, contro i tentativi di aggressione del territorio con sbancamenti, abusi edilizi, attacchi al patrimonio archeologico e culturale, trovando sponda e sostegno solamente nel Partito Comunista, poi PDS/DS.
L’autore partendo dalla considerazione che tutti si devono mettere in gioco, senza attendere le decisioni politiche dal ”centro”, dall’alto, per operare localmente sul proprio territorio, all’interno di una visione globale, incentra, conseguentemente, il suo “piano strategico” sulla città di Teano ancorata all’Area Vasta dei 7 comuni del Parco regionale di Roccamonfina e Foce del Garigliano.
Il modello di città prefigurata fa perno sulle idee chiave di ”Transition Town” e “Distretto culturale evoluto”. Città di transizione come città policentrica, non centrata sul capoluogo, ma arcipelago concorrente, insieme di luoghi, borghi e frazioni, superando le concezioni di centro e periferia, città e campagna, con la riconversione ecologica dell’economia, circolare e sostenibile, e nuovi stili di vita.
Facendola diventare il motore del cambiamento dell’Area Vasta di appartenenza e proiettandola verso un modello di città non più dipendente dal petrolio e caratterizzata da un alto livello di resilienza.
Distretto Culturale Evoluto come “risposta al ruolo della cultura nell’economia post industriale dove l’offerta culturale, sganciata dalle produzioni di capacità e competenze non produce valore né per i visitatori né per la cittadinanza. Dunque la cultura per essere economicamente e socialmente produttiva deve essere un processo di investimento e di produzione condiviso dalla comunità di Area Vasta e non estrazione di rendita, passando dalle città d’arte alle città per l’arte”.

Martino Amendola
(da Il Sidicino - Anno XVIII 2021 - n. 5 Maggio)