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Indice Martino Amendola
 
 

Ulteriori scorci (sconci!) di paesaggio sidicino

 
 

Dopo la pubblicazione, nello scorso mese di ottobre, delle foto che evidenziavano l’insostenibile situazione di degrado e di abbandono della via Macello Vecchio - San Lieno, interessata da tempo da continue frane che la rendono intransitabile e oggetto dell’attenzione dei tanti incivili che la deturpano e la insozzano con rifiuti di ogni genere, utilizzandola come una vera e propria discarica, siamo stati destinatari di molteplici segnalazioni sull’identico stato di degrado di molte altre strade: provinciali, comunali, vicinali, della nostra vilipesa cittadina.
Eravamo ben consci della situazione, ma l’attenzione e la viva preoccupazione, dimostrata dai cittadini che ci hanno contattato, evidenziano chiaramente un sensibile peggioramento del quadro generale, col raggiungimento di un livello di degrado davvero non sopportabile ulteriormente.
Emblematica, al riguardo, la situazione creatasi sulla collina di S. Antonio, con l’ingresso del campo sportivo comunale e l’accesso all’area verde prospiciente, invasa da rifiuti di ogni genere, abbandonati in segno di dileggio e scherno davanti a dei beni pubblici, collettivi, utilizzati in primo luogo dai nostri ragazzi per momenti di attività sportiva e di distensione psico-fisica, da parte di persone inqualificabili e prive di cultura, di senso civico e di ogni minimo spirito comunitario. Il che ha costretto i responsabili della squadra locale di calcio “U.S. Zupo” e quelli dell’associazione “A.S.D. Il Triciclo Sidicino” che ha in gestione l’area verde per le attività amatoriali di mountain bike, a denunciare e stigmatizzare duramente l’accaduto con grandi manifesti per il paese.
Similmente versano altre zone e percorsi del territorio comunale tra i quali: il tratto di via Anfiteatro - Ferriera Vecchia, che conduce sulla Casilina, tra l’altro già caratterizzato da annosi e irrisolti problemi di cedimento delle condutture fognarie con conseguenti presenze di buche e sconnessioni, e dell’intero tracciato di via Gradavola, delle quali doverosamente diamo conto in questa sede con documentazione fotografica.
Su quest’ultima via: la Gradavola, divenuta oggi un percorso privilegiato dai tanti che la utilizzano per passeggiate salutari e Jogging: passeggiate in forma di corsa a passo lento, per lo scarso traffico veicolare e per la rilassante vista della verdeggiante campagna in cui è immersa, ci sentiamo di avanzare una proposta di intervento per la valorizzazione di tutta l’area.
Questa strada, inutile parallela del viale Ferrovia, realizzata nei primi anni ‘80 in virtù di una insensata previsione di crescita demografica e urbanistica della Città, compromettendo fortemente l’area archeologica della importantissima necropoli indagata agli inizi del ‘900 dal Gabrici, dovrebbe essere ripensata e ridisegnata alla luce del preponderante utilizzo che ne viene fatto.
Considerato l’esiguo traffico veicolare, e di converso quello cospicuo pedonale, si potrebbe intervenire al fine di prevedere una corsia a senso unico per le auto e un’altra pedonale per il passeggio e l’attività fisica, con la messa a dimora di alberature e siepi che delimitino le corsie, fornendo anche riparo nelle ore soleggiate dell’estate, oltre alla creazione di zone di riposo con adeguate panchine.
In tal modo si risanerebbe un’area oggi degradata e lorda di rifiuti, con siepi incolte che i privati, proprietari dei prospicienti terreni, non sollecitati e diffidati dalle Autorità Comunali, si guardano bene dal curare e contenere nel loro sviluppo che, in alcuni periodi dell’anno, determina l’invasione e il restringimento della sede stradale.
Dando vita a un percorso che richiami quel “Lungoprato Gradavola”, come denominato con felice espressione da Carmen Melese tempo addietro su queste pagine.
Questa deplorevole e scellerata azione dell’abbandono dei rifiuti, che denota un imbarbarimento e un impoverimento delle coscienze, in spregio all’ambiente, al senso comune di cittadinanza, di appartenenza ad una comunità, di condivisione di un bene comune, non è altro che uno dei frutti velenosi che questa società del consumo e dello scarto ha generato e che l’inadeguatezza e il vuoto programmatico della classe dirigente non è capace di fronteggiare.
Però, l’attenzione e l’interesse che sempre più si evidenzia nei cittadini, nel contrastare e denunciare questi fenomeni, pur non allignando ancora in larghi strati della popolazione, denota una rinnovata sensibilità, un ritrovato civismo che pensavamo fosse quasi scomparso dall’animo della gran parte dei teanesi, abituati a metabolizzare ogni cosa, a scollarsi di dosso con noncuranza qualsiasi avversità e patema, perennemente in balia di una ormai cronica indifferenza e apatia.

Martino Amendola
(da Il Sidicino - Anno XVIII 2021 - n. 2 Febbraio)

 
Scorci (sconci!) da Via Gradavola
 
Scorci (sconci!) da Via Ferriera vecchia