Improvvisamente, seduto alla scrivania di casa davanti al computer, intento a pubblicare l'ultima notizia sul suo giornale on line, verso le prime ore del 2 dicembre, si è spento Antonio Guttoriello. È stata, questa, una morte che ci ha colto letteralmente di sorpresa, lasciandoci sgomenti e rattristati. Non c'era stato nessun sentore, nessuna avvisaglia, Antonio, “Tonino” per tutti, pur afflitto dai gravi problemi di salute della moglie che lo avevano tanto preso, aveva continuato con la consueta bonomia e senza far trasparire alcunchè a dirigere il “suo” giornale, a lavorare e a scrivere ogni sera fino a tarda ora. Ci ha lasciato, ci piace pensare, col sorriso sulle labbra, dopo aver pubblicato il suo ultimo articolo intriso di quella lieve e briosa ironia che era il suo tratto caratteristico. La morte lo ha colto al lavoro, alla sua consueta e amata scrivania, il suo “posto di combattimento”, dove con arguzia e spirito leggero preparava il giornale, dirigendo i collaboratori che si alternavano con grande frequenza, scrivendo in prima persona e sotto tanti pseudonimi, per colmare le defaillance dei tanti che venivano meno all'impegno preso (more solito!). Era stato, assieme al compianto Guido Zarone, l'ideatore di un foglio che voleva essere presente, con spirito goliardico e leggero, sulle questioni teanesi, sui suoi tanti accidenti, e a dar voce a quanti chiedevano visibilità e ascolto. Il “suo” giornale era perfettamente coerente e congruo con il suo modo di essere e di porsi, sempre pronto ad intervenire con garbo e ironia, sempre bonaria e mai irrispettosa e sarcastica, nelle vicende di politica di attualità e di cronaca cittadina.
“Il Messaggio” di Tonino era il naturale complemento de “il Sidicino”, che invece ha sempre propeso per una dimensione più critica, più meditata e pungente della lettura della nostra realtà, prediligendo la ricerca storica, archivistica e documentale, intervenendo sui temi di grande attenzione da parte della comunità, ma quasi mai sulla cronaca quotidiana. Con la perdita di Tonino Teano si impoverisce ancor di più, diventa ancora più esangue, perdendo un'altra personalità che con vivacità e con spirito di sacrificio ha cercato fino all'ultimo di raccontarla per modificarla.
Martino Amendola
(da Il Sidicino - Anno XV 2018 - n. 12 Dicembre) |
