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Catalogazione e Tutela

 
l’affresco ritrovato del S. Bartolomeo
 

La notizia del ritrovamento dell'affresco del S. Bartolomeo, staccato e trafugato da ignote mani vari anni orsono, di cui abbiamo dato grande rilievo nello scorso numero de il Sidicino, con un intervento a firma di Roberto Meneghini, se da un lato ci conforta per il positivo epilogo, dall'altro ci riporta, mestamente, alla consueta e critica realtà quotidiana in cui versa il nostro patrimonio culturale, e alla drammatica situazione della sua tutela e conservazione. Realtà comune a tutto il Paese, purtroppo, ma cronica e endemica nel Sud e nel nostro territorio.
La mancata catalogazione e documentazione scientifica e fotografica dell'immenso patrimonio culturale presente nelle nostre zone, con le Soprintendenze e le strutture di tutela ormai al collasso e impossibilitate quasi ad agire e a tenere costantemente sorvegliato e monitorato il territorio, prive di adeguati mezzi finanziari e di personale qualificato e specializzato, rende molto facile ai mercanti d'arte, ai trafugatori e alla manovalanza criminale, il saccheggio vandalico delle ricchezze culturali presenti e il depauperamento irreversibile delle nostre comunità. E, per converso, estremamente labile e improbo ogni intervento, ogni azione finalizzata al rinvenimento e recupero.
L'episodio del ritrovamento dell'affresco del S. Bartolomeo è emblematico e istruttivo in tal senso.
Difatti, solo grazie ad una serie di fortuiti intrecci di combinazioni e coincidenze, è stato possibile giungere a tale esito.
Partendo dalla pubblicazione sul sito web fotografico Flickr dell'amico Mimmo Feola (www.flickr.com/photos/mimmofeola/), appassionato cultore di fotografia, incentrato principalmente su Teano e sul suo patrimonio culturale, delle foto della Masseria di S. Bartolomeo, che sono state il provvidenziale innesco di un concatenarsi di eventi che hanno poi portato al riconoscimento e recupero dell'affresco.
Roberto Meneghini, curatore Archeologo della Soprintendenza ai BBCC di Roma Capitale, aprendo il sito viene attratto dalle foto su Teano e sulla Masseria, luogo dei suoi primi passi di studente universitario di topografia antica con studi e rilievi proprio di quell'edificio, e rimane catturato da quelle sulla lunetta con evidente il distacco di un antico affresco, iniziando un viaggio a ritroso nella memoria riandando al lontano 1974.
Riemergono in lui, allora, i ricordi degli studi sulla masseria, sorta sulle preesistenze di un edificio di epoca romana, “un grande mausoleo di epoca imperiale”, con un ambiente centrale quadrato e voltato a crociera, sormontato da una lunetta centrale con antico affresco raffigurante S. Bartolomeo, utilizzato in epoca medioevale come luogo di culto dedicato al santo. 
Allora, ricerca e ritrova la documentazione e le foto della lunetta con il S. Bartolomeo trafugato, dando seguito al fortuito e positivo intreccio che porta all'inoltro della foto ai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale e al riconoscimento dell'affresco con quello sequestrato dalla polizia greca nel 2009 ad un commerciante clandestino d'arte, assieme agli affreschi di due santi, staccati e depredati dalla “Grotta delle Fornelle” nel 1982 nella confinante Calvi Risorta.
Affreschi, questi, molto conosciuti e documentati (ma non abbastanza tutelati!), per cui è stato possibile il recupero e la restituzione.
Cosa, invece, non avvenuta per l'affresco teanese, perché assolutamente ignoto, mai catalogato, della cui memoria si era persa qualsiasi traccia, e restato, pertanto, in territorio greco.
E, l'epilogo, con la richiesta alla Grecia di restituirlo all'Italia e al luogo di provenienza, con l'accidentale fortunato recupero di un tassello importante della nostra storia e del nostro patrimonio culturale.
Grazie alla documentazione di un giovane studente, che ha diligentemente immagazzinato foto, rilievi e informazioni, supplendo, così, alle manchevolezze delle nostre Soprintendenze, dovute alla estrema scarsità di fondi e mezzi, per l'insipienza e mediocrità della nostra classe politica, mercantile e liberista, che punta alla valorizzazione dei Beni Culturali solo se intesa come spettacolarizzazione e mercificazione, prediligendo e favorendo i siti di grande richiamo, tralasciando e abbandonando a se stessi quell'enorme galassia dei siti minori che costellano il nostro Paese che rappresentano un unicum imprescindibile e incommensurabile.

Martino Amendola
(da Il Sidicino - Anno XIV 2017 - n. 12 Dicembre)