L'ASSOCIAZIONE
 
il Sidicino
 
Indice per autore
 
Indice Martino Amendola
 
 

Il Teatro di Teano...

 
nella "Lista Rossa" del patrimonio culturale a rischio
 

Il Teatro romano di Teano, uno dei monumenti di maggior pregio della nostra derelitta cittadina, uno dei nostri incommensurabili gioielli, è stato inserito da Italia Nostra nella lista rossa del patrimonio culturale a rischio.
La “Lista Rossa”, inaugurata nel 2012, è la campagna nazionale di Italia Nostra Onlus, uno strumento attraverso il quale l'associazione raccoglie ogni giorno denunce e segnalazioni, da parte di studiosi, associazioni, enti e anche di cittadini attenti e responsabili, di beni comuni o paesaggi in abbandono o bisognosi di tutela, di siti archeologici, centri storici, borghi, castelli, singoli monumenti in pericolo.
Con l'intento di focalizzare l'attenzione generale, e del mondo economico e politico in particolare, sulla inderogabile necessità di pensare a come difendere concretamente questo immenso patrimonio da superficialità e incuria.
Il complesso ellenistico Teatro-Santuario di Teano, di età tardo repubblicana (seconda metà del II sec. a.C.) edificato su un sistema di terrazze artificiali, con il tempio dedicato ad Apollo sulla terrazza superiore, era uno dei più grandi del mondo romano e, tra i teatri in piano, tra i più antichi, se non il più antico, con cavea interamente sorretta da un sistema di volte.
L'edificio scenico si presentava, dopo gli ampliamenti del III sec. d.C. con una grandiosa facciata di 28 metri d'altezza, con tre ordini di colonne e con cavea di 85 metri di diametro, con un fastoso apparato decorativo e numerose sculture e ritratti imperiali, alcuni dei quali di colossali dimensioni.
Il sito è stato chiuso al pubblico agli inizi del 2016 per “motivi di sicurezza”, come reso noto da un comunicato del 29 febbraio 2016 della Soprintendenza, dovuti alla mancanza di manutenzione ordinaria e perché: la palizzata lignea che delimita il teatro e il percorso di visita, aveva ceduto in più punti e necessitava di totale rifacimento; presentava un piccolo crollo della sezione non scavata; e necessitava una sistemazione della scalinata ferrea che porta all'interno.
Nello stesso comunicato si dava ad intendere che la chiusura era temporanea e legata ai lavori di messa in sicurezza dell'area, ma, la realtà era sfortunatamente diversa.
Per reperire le poche decine di migliaia di euro occorrenti per i lavori, tutto è divenuto estremamente arduo, risultando drammaticamente evidente la cecità e la perversione di quella spirale, culminata con la “deforma Franceschini”, che sta soffocando il patrimonio artistico italiano.
“Deforma”, che punta tutto sulla mercificazione, spettacolarizzazione, di una piccola parte del nostro incommensurabile patrimonio diffuso, quella dei siti di grande richiamo, spesso a vantaggio di sponsor privati, e l'abbandono e l'incuria per la maggioranza degli altri siti, senza la previsione di adeguati stanziamenti in bilancio.
Dimenticando che “la grandezza dell'arte italiana è nel tessuto inestricabile, radicato in un territorio unico al mondo, per cui le opere maggiori e i contesti minori si illuminano a vicenda” come efficacemente rimarcato da Tommaso Montanari.
In spregio all'art. 9 della nostra Costituzione che parla di tutela del paesaggio e del patrimonio storico artistico, di promozione dello sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e tecnica, quando la cultura si sviluppa nella conoscenza e, dunque, nella valorizzazione e nella tutela dell'intero patrimonio ambientale, storico, artistico, che rappresenta la vera “essenza culturale”, sedimentata per secoli, del nostro Paese.
In mancanza di fondi del Polo Museale regionale, cui afferisce il Teatro di Teano, grazie alla cosiddetta “riforma”, e di specifiche rimesse governative, per tenere libero da erbacce e rifiuti l'area, per garantire la fruibilità pubblica, si è dovuto far affidamento, fin ad oggi, quasi esclusivamente su volontari e sulla collaborazione di altri Enti pubblici, con accordi e progetti particolari, nello specifico con l'Amministrazione Penitenziaria per la pulizia, il taglio delle erbacce e la cura delle siepi, e il Comune.
E, chiaramente, non ha ancora visto la luce il necessario progetto di restauro e di consolidamento delle cime murarie fuori terra, come ricordato dal presidente di Italia Nostra, Marco Parini, oltre che della messa in sicurezza e salvaguardia della notevole quantità di marmi, disposti all'aperto, in un'apposita area contigua, in attesa da anni di un'efficace copertura, e esposti all'attacco di piogge acide e microrganismi biologici.
Inoltre, in mancanza di adeguata sorveglianza, prima garantita con un servizio di regolare custodia e guardiania, il Teatro nel frattempo è stato anche oggetto di furti e danneggiamenti.
Ora, grazie all'Amministrazione Comunale, che ha finanziato il rifacimento della palizzata lignea, i lavori saranno a breve appaltati, ma ancora non è stata ufficializzata alcuna data per la riapertura, né si conoscono gli intendimenti del Polo Museale sulla sorte del Teatro.
Intendimenti che devono riguardare fortemente, oltre che la Soprintendenza, il Polo Museale e il Governo, in particolar modo anche l'Amministrazione Comunale, che deve finalmente disancorarsi dalle vuote e sterili dichiarazioni d'intenti e atti d'indirizzo, sugli interventi strategici per i Beni Culturali e il Parco Archeologico, elargite a piene mani e restate lettera morta con tutte le amministrazioni passate e quella in carica, in onore al famoso detto “Cambiano i suonatori ma la musica è sempre la stessa”.
Predisponendo, allo scopo, con fermezza e risoluzione, puntualmente tutti gli atti necessari per il ripristino della vicina fontana di  S. Maria la Nova, in stato di pietoso abbandono e incuria da anni, nonostante petizioni e inutili e fuorvianti   sondaggi d'opinione.
E, a pianificare la riqualificazione della piazza e dell'area a ridosso delle mura della città medievale, liberandole dalle indecorose e fatiscenti baracche presenti, che rimandano a degradate periferie e a sentimenti d'abbandono, prevedendo la realizzazione di un'area ricettiva polifunzionale, di parcheggio e di servizi, per l'accoglienza del flusso turistico, tenuto conto che la zona rappresenta un continuum fisico e visivo tra la Teano romana, il Teatro, e quella medioevale, ne è lo snodo centrale e l'accesso privilegiato al Parco Archeologico, sempre in fieri e purtroppo ancora non in essere.

Martino Amendola
(da Il Sidicino - Anno XIV 2017 - n. 4 Aprile)