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Indice Martino Amendola
 
 

L'impianto di trattamento rifiuti in loc. S. Croce

 
L’impossibilità normativa alla realizzazione
 

La pubblicizzazione della richiesta alla Regione Campania, da parte della Società GE.S.I.A., di autorizzazione per un impianto di “Trasferenza e trattamento di rifiuti pericolosi e non”, sul territorio teanese in località S. Croce, sull'area del dismesso impianto industriale “Isolmer”, ha determinato prontamente nella popolazione dell'intera comunità, e dei comuni limitrofi, un vivo sentimento di sconcerto e di preoccupazione.
Accrescendo esponenzialmente quel senso di insicurezza e di paura, al limite dell'angoscia, che pervade in larga parte i cittadini del nostro territorio e dell'intera provincia, dove sono all'ordine del giorno episodi e situazioni devastanti e raccapriccianti legati al problema dei rifiuti e del loro smaltimento.
Alla ormai cronica emergenza rifiuti della regione Campania, alla mancanza di una rigorosa e credibile politica di raccolta e riciclaggio, all'irrisolto problema della rimozione e smaltimento delle ecoballe dai vari siti di stoccaggio che assommano, ad oggi, alla stratosferica cifra di oltre 5 milioni di tonnellate, si è aggiunto il letale fenomeno dei quotidiani roghi tossici delle innumerevoli discariche abusive, in quell'area che è diventata la “Terra dei Fuochi”, come universalmente nota, compresa tra la provincia di Caserta e Napoli.
Compromettendo irrimediabilmente, e chissà per quanto, un territorio tra i più fertili d'Italia, e la sua economia, in gran parte legata ai prodotti della terra, e ad alcuni suoi emblemi gastronomici quali la mozzarella, inquinando l'aria e le falde acquifere e innalzando drammaticamente il tasso di mortalità tumorale, oggi tra i più alti del continente.
In questo contesto, era prevedibile una levata di scudi e una richiesta di chiarezza e di rassicurazioni.
Da subito si è avviata una discussione, creato un comitato denominato “NOIMP”, no all'impianto, si è avviata una petizione popolare, con la raccolta di varie migliaia di firme, con unità d'intenti, anche se tra mille distinguo, tra le forze politiche (SEL, M5S, PD, F.I.).
Culminata in una manifestazione e in un nutrito corteo cittadino il 21 maggio 2016.
L'amministrazione, a sua volta, ha attivato una consultazione tra i cittadini per verificare la volontà alla realizzazione o meno dell'impianto, che ha visto la quasi totalità dei partecipanti contrari.
Si è verificata la procedura attivata dalla GE.S.I.A. e la certificazione prodotta per la richiesta autorizzazione regionale di compatibilità ambientale “VIA”, riscontrando la non correttezza della stessa, con l'omissione delle scelte imperative di Piano del PTCP della provincia di Caserta e quelle regionali, che non prevedono tali insediamenti e che perimetrano, invece, la zona interessata di “preminente interesse paesaggistico”; oltre ad evidenziare, in modo preciso e puntuale, che l'area di S. Croce non è inserita nell'area ASI di Caserta. Inficiando, di fatto, sostanzialmente e formalmente tutto il procedimento.
Tali argomentazioni, corroborate dalla circostanza che la zona di S. Croce è di notevole interesse archeologico, con strutture pertinenti a grandi complessi monumentali e aree di necropoli, oltre ad essere attraversata dal tracciato viario dell'antica Via Latina, con scavi e studi che hanno interessato eminenti archeologi, tra cui E. Gabrici e L. Wolley, e che è al limite del bacino imbrifero che alimenta la falda utilizzata per la captazione delle acque minerali della Ferrarelle e della Santagata, hanno sostanziato e legittimato il rifiuto all'impianto.
Dando l'avvio all'impugnativa, da parte dell'amministrazione comunale, con delibera di G. C. n. 95 e determina dirigenziale n. 601/2016, del Decreto Dirigenziale Reg. n. 62 del 02/02/2016, pubblicato sul BURC in data 08/02/2016, di autorizzazione della compatibilità ambientale. Per bloccare e annullare la procedura di individuazione dell'area per la realizzazione dell'impianto.
Rassicurando, così, la popolazione e facendo storcere il naso, invece, a quelli che prevedevano nuove possibilità di lavoro. Decisione davvero condivisibile e inappuntabile, proprio perché frutto di attenta valutazione e di ascolto dei cittadini. Perché, essenzialmente, non si può essere a favore o contro, per il sì o per il no, a prescindere, non si può divenire meri portatori di parole d'ordine oggi tanto di moda, che plaudono ogni intrapresa, ogni novità, ogni riforma, essere paladini del fare, del cambiamento, purchessia. Senza verificare la qualità e la sostanza delle cose a farsi.
Senza tener presente il contesto, le implicazioni e le ricadute, che ogni scelta genera sull'ambiente e sulle condizioni di vita delle attuali e future generazioni.

Martino Amendola
(da Il Sidicino - Anno XIII 2016 - n. 6 Giugno)

L'Isolmer in attività negli anni '80