L'ASSOCIAZIONE
 
il Sidicino
 
Indice per autore
 
Indice Martino Amendola
 
 

Luci a gogò

 
L'illuminazione del Muraglione
 
 

C'è qualcosa di nuovo oggi nell'aria, anzi d'antico, parafrasando i versi del Pascoli.
Di nuovo, perché l'impianto di luci che illumina a giorno il muraglione di Via Roma (Rampe dell'ospedale) è stato completato da pochissimo; d'antico, perché il progetto è del lontano 2008 e la filosofia d'intervento è ancora più vecchia.
L'effetto che se ne ricava è terribilmente straniante, con un eccesso di luci che non trova alcuna ragione d'essere, per di più in un'epoca di inquinamenti di ogni tipo, dove quello luminoso non è certo l'ultimo in ordine di gravità. Con l'ulteriore peso di un dispendio di risorse economiche che troverebbero altre e ben più razionali destinazioni.
La delibera di G.C. n. 236 del 6 ottobre 2008, di approvazione del progetto, rimanda solamente ad un'altra delibera di Giunta Regionale, la n. 1001/2008, con la quale veniva approvato il piano esecutivo di finanziamento delle opere pubbliche di interesse degli Enti Locali per il 2008, e veniva concesso un contributo al comune di Teano.
Una delibera di estrema stringatezza, appena una mezza paginetta, che nulla dice sulle ragioni di tale scelta e sugli obiettivi prefissati, limitandosi solamente alla determinazione dell'utilizzo di una parte del finanziamento per il predetto progetto, composto da una tavola unica e dal relativo quadro economico assommante a totali € 27.000,00.
Si pensava di intervenire in una zona ritenuta scarsamente illuminata? Si voleva valorizzare il Muraglione? Si volevano rendere più scenografiche le rampe? Nulla è possibile neppure lontanamente intuire.
Ma, inquadrando e contestualizzando la scelta al periodo storico in cui è stata fatta e alla classe politica che ha governato per oltre un trentennio, e fino ad un anno fa, la nostra cittadina, è facile comprendere e spiegare il perché.
Ben lungi dal progettare una crescita socio economico e culturale del paese, dal prefigurare una prospettiva di sviluppo, incentrata sulle risorse ambientali, storiche e artistiche dell'intero territorio, che avrebbero però richiesto tempo, energie, studi, elaborazioni, confronto e scelte, la filosofia e la prassi, seguita e privilegiata dalle passate amministrazioni è stata sempre quella più semplice e semplicistica della navigazione a vista.
Evitando, in tal modo, qualsiasi scelta netta che avrebbe potuto comportare frizioni o rotture con i cittadini elettori, e affogando e facendo affogare il paese in un diluvio di minute richieste, di insulse pretese, di futili interventi.
Quindi, non progetti organici e complessivi, non interventi rigorosi e sistematici nel campo dell'illuminazione pubblica, con la predisposizione di un controllo telematico e computerizzato della rete, con l'utilizzo di moderne tecnologie e corpi illuminanti a basso consumo, minimizzando gli sprechi e beneficiando di enormi risparmi sulla bolletta e sui costi di manutenzione, ma, al contrario, una sequela di messa in opera di nuovi punti luce: alla data odierna assommano a circa tremila, perché un punto luce non lo si negava a nessuno, neppure se posto su terreno privato, se illuminava un tratto di bosco. E, a corollario, un centinaio di onerosi contratti in essere, che mai rivisti e rinegoziati generano, per di più, enormi sovrapprezzi dovuti alle eccedenze, riferite all'iniziale potenza impegnata.
Portando la spesa complessiva, per la sola pubblica illuminazione, alla esorbitante e non più sostenibile cifra di oltre € 1.400.000,00 annue.
Appesantendo gravemente il bilancio comunale con il rischio, non remoto, di un possibile dissesto finanziario. Sagacia e lungimiranza vogliono, ora, che si intervenga senza remore e indugi per attivare quelle procedure e avviare quel percorso di razionalizzazione dell'intero sistema che una visione miope e deleteria ha sempre disatteso.
E, nel caso del Muraglione, intervenire non per illuminare dei punti che non necessitano assolutamente di questo, ma, invece, per porre freno al degrado che lo sta poco a poco consumando.
Perché, i blocchi tufacei che lo compongono sono estremamente friabili e si stanno sgretolando a vista d'occhio. Occorre, perciò, operare con solerzia per il consolidamento, il ripristino e l'integrazione delle parti rovinate e mancanti, per ridare dignità e decoro ad uno scenario così suggestivo e che rappresenta l'ingresso principale del Centro Storico della nostra città.

Martino Amendola
(da Il Sidicino - Anno XI 2014 - n. 7 Luglio)