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Il Fumetto o Letteratura per immagini

 

Cioccolateano, la manifestazione dedicata al “cibo degli Dei”, giunta all’ottava edizione, seppur disturbata dalla pioggia che ha interessato la giornata di sabato 13 ottobre, ha comunque riscosso un notevole successo con l’affluenza di tantissimi visitatori giunti da gran parte della provincia. L’evento, quest’anno era abbinato ad una mostra incentrata sul fumetto: “Teano e i dolci…fumetti” che ha focalizzato l’attenzione sul mondo della “letteratura per immagini” attraverso i suoi protagonisti, le riviste storiche, i periodici e gli albi, e che ha permesso un sintetico ma utile excursus sulla storia del fumetto e dei suoi autori.

La nascita del fumetto
La nascita del fumetto ha dato vita ad una lunga controversia, ad un continuo susseguirsi di rivendicazioni da parte di varie nazioni: Inghilterra, Francia, Germania, Svizzera, Stati Uniti per il riconoscimento della primogenitura.
Per lunghi anni, si è fatto risalire l’inizio del tutto agli Stati Uniti con la pubblicazione, il 16 febbraio 1896 sull'inserto domenicale del quotidiano The New York World, della prima puntata di una serie disegnata da Richard Felton Outcault che aveva come protagonista The Yellow Kid, un buffo bambino pelato vestito con una tunica gialla le cui parole erano racchiuse in una nuvoletta:  il “baloon”, il fumetto in italiano.
Oggi, a conclusione della lunga querelle, è invece generalmente riconosciuta e accettata la data del 1827, anno in cui lo svizzero Rodolphe Topffer realizza “Sette racconti per immagini”, stampati poi nel 1833, come quella che ha dato inizio al processo che ha portato alla creazione della “Letteratura per immagini” o “Letteratura disegnata”.
Gli Stati Uniti però, anche se non sono stati il luogo d’origine del fumetto, hanno comunque la prerogativa di essere la nazione che ha dato l’impulso più grande per la sua conoscenza e divulgazione, fino a farlo diventare un fenomeno di massa.
A Yellow Kid, infatti, seguiranno tanti altri personaggi che invaderanno il mercato mondiale, tante altre storie, fumettisti, da i Katzenjammer Kids (Bibì e Bibò in Italia) di R. Dirks, da Little Nemo di W. McCay, da Terry & The Pirates, di M. Caniff’s, da Rip kirby di A. Raimonds, dai personaggi di W. Disney, dai Peanuts di C. Schulz, da Doonesbury di G. Trudeau, da Fritz the cat di R. Crumb’s, a Spirit di W. Eisner, uno dei padri della “graphic novel” e della definizione del fumetto come “sequential art”, e ad una miriade di altri autori. Giungendo, con la creazione dei Supereroi: Superman, Batman, i Fantastici Quattro, Spider Man, Hulk, Devil e altri, alla definizione di una tematica e di un universo (quello della Marvel e della DC Comics) che ha caratterizzato fortemente la produzione americana che in esso viene immediatamente identificata. 
Particolare rilevanza per il fumetto assume il Sudamerica, con l’Argentina in primis, che esprime una copiosa e interessante schiera di autori, molto famosi anche in Italia, a cominciare da Hector Oesterheld, Gimenez, Breccia, Zanotto, Munoz, Quino, Mordillo, Trillo e tanti altri. Oesterheld, è uno degli innumerevoli “desaparecidos”, rapito e ucciso nel 1978 con la sua famiglia, durante la dittatura militare di Videla, creatore della famosa storia fantascientifica “L’Eternauta” che, metaforicamente, illustrando un’invasione aliena, diviene un apologo sulla resistenza di un popolo oppresso e sottomesso; oltre che della serie di avventure di Ernie Pike disegnata da Hugo Pratt che negli anni cinquanta, anni bui per il fumetto italiano, assieme a molti altri autori italiani (Dino Battaglia tra gli altri) era emigrato in Argentina per poter lavorare.

La “Bande dessineè” in Francia e in Belgio
In Europa, il fumetto trova terreno fertile e largo uditorio specialmente in Francia e in Belgio, dove nasce uno stile immediatamente riconoscibile ed identificabile: “La linea chiara” dal tratto pulito e senza ombreggiature, ed autori come Hergè con Tintin, Morris con Lucky Luke, Goscinny e Uderzo, che fanno rivivere, con Asterix, la saga (comica) dei Galli, simpatici brontoloni, indisciplinati e attaccabrighe, che resistono vittoriosamente ai romani.
La Francia, dove è sempre esistito un mercato di tutto rispetto, è anche la patria del fumetto fantastico ove, grazie principalmente a “Les Humanoides Associès” (Jean Giraud, Druillet, Dionnet e Farkas) e alla rivista Metal Hurlant, una delle più innovative e rivoluzionarie testate europee, avviene una radicale trasformazione di questo concetto. Il fantastico e la fantascienza, come elementi di evasione scompaiono per far posto a viaggi nel tempo e nei labirinti angosciosi delle mente, per cercarvi le ragioni del presente, per esorcizzare le inquietudini quotidiane. Il Cantore per eccellenza è Moebius (Jean Giraud), passato dalla “Linea Chiara” e dalla saga western del “Tenente Blueberry” ad un universo onirico e delirante, però inquietantemente concreto e percettibile, con opere quali: Il garage ermetico, Arzach, John Difool, e l’Incal su testi di Alejandro Jodorowsky, seguito dallo iugoslavo di nascita Enki Bilal, con la trilogia de “La fiera degli immortali”.

Il Fumetto in Italia
In Italia, il fumetto trova riscontro, all’inizio, con storie disegnate per ragazzi, come puro divertimento e passatempo, con “Il Corriere dei Piccoli” (il Corrierino), dapprima con la traduzione dei cartoons americani, poi con creazioni originali (il Sig. Bonaventura di Sergio Tofano), con l’Intrepido, Topolino, il Monello, l‘Avventuroso, e ancora Tex, con Topolino il più fortunato e longevo, ancora in pubblicazione, Diabolik, Satanik, Kriminal, Zagor, Il grande Blek, Capitan Miki, Alan Ford, Ken Parker, Dylan Dog e tantissimi altri.
Alla fine degli anni “60, con la rivista “Linus”, fondata da Giovanni Gandini e con collaboratori quali Elio Vittorini, Umberto Eco e Oreste del Buono (il mitico “odibi”), il fumetto comincia una irresistibile ascesa che lo porterà alla sua completa emancipazione, consacrandosi, specie dopo la pubblicazione di “Una ballata del mare salato” il lungo romanzo disegnato di H. Pratt, arte ”tout court”, letteratura disegnata.
Il protagonista delle storie di Hugo Pratt, Corto Maltese, una delle maggiori icone del fumetto mondiale, è un avventuriero giramondo, il “gentiluomo di fortuna”, l’eroe romantico per antonomasia, il marinaio con l’orecchino, che dà vita ad una delle epiche più complesse, sfaccettate e fascinose, con un universo costellato di personaggi intriganti e indimenticabili. Il segno grafico di Pratt è inconfondibile, essenziale, preciso e leggero, assolutamente scenografico, con primi piani (quasi piani sequenza) e taglio e ritmo cinematografico. Corto Maltese, racconto d’avventura, tra cieli stellati e luminosi e foschie gotiche, è simbiosi perfetta di pittura e letteratura.
Seguono, in un periodo d’oro per il fumetto, l’uscita di tante altre riviste e la consacrazione mondiale di molti autori. Tra le riviste, sono da ricordare oltre a Linus e alle sue filiazioni Alter/Linus, Alter/Alter: Il Cannibale, fondato da Andrea Pazienza, Filippo Scozzari, Massimo Mattioli, Stefano Tamburini e Tanino Liberatore, eccessiva e provocatoria, cui seguiranno, a firma degli stessi autori, Il Male e poi Frigidaire, rivista di riferimento del panorama europeo che diviene luogo d’incontro e d’espressione di quell’immenso arcipelago che animava lo spirito contestatario e ribelle degli anni post “68. 
E poi, Totem, Pilot, Comic Art, l’Eternauta, Orient Express, Corto Maltese, il Grifo, Frizzer, 1984 e altri.
Gli autori, oltre Pratt: Andrea Pazienza, grandissimo e geniale artista, eclettico e poliedrico, un virtuoso del segno, con una padronanza tecnica sbalorditiva, che con le sue storie disegnate, da Pentothal  a Zanardi, a Pompeo, racconta la storia di una generazione, quella degli anni 60 e 70, impregnata dell’utopia culturale e sociale che alimentava la “Controcultura”, quella che pensava di cambiare il mondo, che anelava l’”immaginazione al potere”. Pazienza illustra le speranze, i sogni, le gioie, le lotte, le illusioni giovanili e, poi, il crollo degli ideali, la fuga dall’impegno e il rifugiarsi nel privato. Passando attraverso il cancro della lotta armata e della droga che ha bruciato tante di quelle vite. Pazienza (morto giovanissimo) è l’indiscutibile cantore e uno degli interpreti più geniali di quell’epoca e del male di vivere che ha bruciato un’intera generazione; Benito Jacovitti, dotato di un umorismo e di una comicità stralunata e paradossale, con una pagina sovraccarica di segni e figure in cui, assieme ai personaggi principali, emergono da ogni dove improbabili lische di pesce, matite, vermiciattoli, salami, pezzi anatomici; Enzo Lunari, l’inventore del preistorico Girighiz, una delle prime storie di satira di costume; Guido Buzzelli, narratore di storie grottesche ed inquietanti come Zil Zelub e tante altre; Sergio Toppi, illustratore geniale e sopraffino, autore di grandi tavole prive di divisioni in vignette; Dino Battaglia, raffinato traspositore di opere letterarie, con un bianco e nero nitidissimo atto a ricreare perfettamente l’ambientazione e l’atmosfera dell’originale; Guido Crepax, l’inventore di un’altra famosissima icona: Valentina, figura di donna colta, emancipata, libera e sensualissima, protagonista  di storie onirico fantastiche, ricche d’introspezione psicologica, con un segno grafico caratterizzato da tagli d’inquadratura e interazione tra le vignette, con immagini piccole-grandi contrapposte a rafforzarne il potere espressivo; Magnus (Roberto Raviola) geniale disegnatore che alterna opere popolari a opere “alte” creatore, con Max Bunker (Luciano Secchi), di Alan Ford, prototipo del genere nero-grottesco; poi Vittorio Giardino, Daniele Panebarco, Tullio Altan, Sergio Staino, Lorenzo Mattotti e il gruppo “Valvoline” (Igort, Brolli, Carpinteri, Jori, Kramsky), Milo Manara e tanti ancora.
Dopo gli anni “60 e “70, fervidi di creatività e di autori interessanti e significativi, alcuni veramente geniali, il fumetto italiano vive periodi di grigiore inframmezzati da sporadiche riprese, per avvitarsi, dalla metà del 1980 in poi, in una crisi da cui non si vede ancora uno spiraglio. Spiraglio ancor più problematico da afferrare in tempo di grave crisi economica e di  recessione.

Martino Amendola
(da Il Sidicino - Anno IX 2012 - n. 11 Novembre)

 

Andrea Pazienza

Corto Maltese

Crepax

Enki Bilal

Moebius