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I ritrovamenti archeologici sulla linea

Roma - Napoli del TAV
 
I rinvenimenti archeologici effettuati sulla tratta Roma-Napoli (TAV) si inquadrano principalmente nell'assetto antico della campagna, soprattutto in età romana, aggiungendo dati significativi per la conoscenza del territorio in epoche remote. Si tratta per lo più di siti legati ad insediamenti rurali o produttivi (conservati a livello di fondazione) e viabilità secondaria.
 

Sulla cartina sono indicati i siti archeologici di maggiore interesse
 

Teano - Edificio termale di età imperiale

L'edificio rinvenuto nel corso della realizzazione della linea TAV, agli inizi del 2000, e oggetto di rilievi scientifici da parte della sovrintendenza, costituiva una parte ignota del complesso termale scavato da Leonard Wolley agli inizi del “900 in località Terragnano, studiato poi da Ettore Gabrici che ipotizzò fosse il Balneum Clodianum. Il complesso disposto in maniera scenografica con esedre articolate a nicchie, conservava varie fasi edilizie in opera reticolata mista a opera laterizia. Durante i lavori furono totalmente scavati tre ambienti, di cui uno con lato corto absidato, probabilmente un calidarium. Lo stato di conservazione era eccezionale, tanto che presentava perfettamente un impianto di riscaldamento verticale delle pareti, costituito da un sistema di tubuli fittili rivestiti da intonaco idraulico. Al livello pavimentale in alcuni ambienti si conservava, inoltre, uno strato di lastre di piombo per garantire al meglio l'isolamento termico e idraulico. Poco discosto vi era un quarto ambiente con ancora il piano di calpestio rivestito in opera signina (particolarmente adatta per rendere impermeabili ambienti quali vasche e cisterne) e una parte del nucleo delle quattro pareti. Purtroppo, le esigenze relative alla realizzazione della tratta di linea veloce, hanno avuto la meglio sulla conservazione di tutto il complesso, che è stato in parte sacrificato al TAV, e il resto abbandonato, ricoperto e non più visitabile. Il complesso termale, che conserva pareti di più di 3 metri di altezza, uno dei più importanti della Campania settentrionale, per la monumentalità e la struttura scenografica, dovrebbe essere recuperato, restaurato e reso fruibile dagli studiosi e dalla collettività con risorse comunali, regionali e nazionali ad hoc, in un progetto di valorizzazione dell'immenso patrimonio culturale del nostro territorio e inserito all'interno del costituendo Parco archeologico.

Martino Amendola
(da Il Sidicino - Anno VIII 2011 - n. 3 Marzo)

L’ambiente absidato della terma